Il viaggio di Portobeseno 2005 – 2016

di | 1 Marzo 2016

Qualche settimana fa mi è stato chiesto di descrivere il lavoro di ricerca svolto con Portobeseno intorno al tema del ‘confine’. Mi è subito venuto in mente il sottotitolo del progetto che ha accompagnato il Festival in questi 11 anni, il ‘viaggio tra fonti storiche e sorgenti web’ che prevede l’attraversamento, quindi l’esplorazione, di un territorio, sia fisico che virtuale. La proposta di Portobeseno è quindi di cercare un passaggio, un filo conduttore tra tradizione e innovazione, raccontare un territorio tenendo i piedi ben saldi a terra.

portobeseno festival 2005

Uno degli spunti per creare tali narrazioni fu quello di Sara Maino che propose di intraprendere una ricerca sulle feste e sulle frequentazioni del castello di Beseno durante il Novecento, prima dei restauri che lo hanno di fatto ridotto a museo di storia medievale. Successivamente tale ricerca si ampliò fino a coinvolgere i bambini delle scuole primarie nella scoperta della memoria orale del territorio, attraverso un dialogo tra generazioni. Superare i confini dell’età anagrafica per cercare un senso al termine comunità (la comunità esiste quando dialoga).
Da allora sono stati concepiti e realizzati più di settanta progetti coinvolgendo musicisti e ricercatori di diversa provenienza e orientamento artistico. Lo sguardo ‘altro’, la visione e l’ascolto senza preconcetti ci hanno permesso di donare alla comunità locale delle documentazioni e delle narrazioni artistiche inusuali e originali, slegate dal filtro della cultura locale. La mappa-archivio come ridonazione rafforza l’appartenza delle storie ad un contesto culturale, tracciandone i confini.

white flag bandiera bianca 2006

Simbolo dei confini spesso è una bandiera, di diverso colore, di diversa grafica. Nel 2007 sperimentammo con l’artista Stefano Cagol una “fine del confine e dell’identità” attraverso l’installazione di una grande bandiera bianca sul monte Finonchio, visibile dal fondovalle, dall’autostrada, dalla ferrovia. La bandiera bianca, somma e annullamento di tutti i colori, voleva provocatoriamente chiedere all’ignaro spettatore se veramente è così importante l’appartenenza, il “colore” di un luogo e di una cultura.

Tra gli ultimi progetti realizzati la performance visuale ‘Mappe Liquide’ che indaga, attraverso l’utilizzo di cartografie antiche, il concetto di confine storico e la percezione del territorio che ci racconta la Storia. Oggetti, liquidi, manipolazioni materiali e digitali che continuano a creare e disfare confini quasi in un ciclo continuo e apparentemente senza via d’uscita. Le proprietà che caratterizzano il liquido, fluidità, elasticità e incomprimibilità, si mescolano metaforicamente ai concetti di identità, frontiera e confine, sfumando quei segni di demarcazione che distinguono il limite o la soglia tra diverse realtà tipiche delle mappe geografiche.

Portobeseno 2014 > MAPPE LIQUIDE

L’ultimo confine che l’edizione di Portobeseno 2016 esplorerà sarà quello della conoscenza condivisa. L’egoismo, ‘primo confine’ dell’uomo, dovrà essere superato attraverso la condivisione del sapere. Open data, mappe collaborative, usi civici sono la nuova sfida culturale.
La costruzione collaborativa di mappe web e di strumenti digitali condivisi sta reinventando infatti il modo di narrare un territorio. La varietà e la quantità di contenuti fa emergere la capacità di costruire reti di conoscenza diffusa e di condividere i saperi.

La rivoluzione culturale in atto racconta di una cambiamento nel processo produttivo di costruzione della conoscenza e di nuovi territori attivi, un processo che mette al centro il valore della condivisione e della collaborazione, in cui il tema della partecipazione dei cittadini non è imposto dall’alto e per legge, ma il motore di una civic community sempre più attiva e informata. Accedere e mettere a disposizione informazioni, usare e gestire in modo sempre più approfondito e connesso le conoscenze, significa essere parte attiva di questo grande e importante momento storico in cui costruire nuove relazioni sociali (tra amministratori, cittadini, professionisti e imprese) e arricchire del capitale intellettuale o sociale di vaste comunità.

Ecco che la collina di Beseno diventa un porto, un luogo d’incontro, una banchina che accoglie arrivi e che saluta partenze, un bacino dove accadono fatti, esperienze, azioni, incontri. Un’area identificabile con latitudine e longitudine precise dove potersi ancorare e scoprire nuovi orizzonti.

Davide Ondertoller

PORTOBESENO
ll progetto culturale Portobeseno è nato nel 2004 e si occupa di archivi multimediali 2.0, progetti artistici e laboratori creativi aventi per oggetto il territorio, il paesaggio e la memoria individuale e collettiva. I progetti traggono spunto da interviste narrative, ricerche etnografiche, laboratori didattici rivolti alle scuole, da riflessioni sulla memoria orale e sulla conoscenza concreta del territorio, dall’esplorazione dei paesaggi sonori, dalle loro possibili relazioni con il web attraverso lo sviluppo di cartografie virtuali, blog creativi, geoblog, progetti sociali per la Rete. Tali progetti confluiscono nel festival “Portobeseno, viaggio tra fonti storiche e sorgenti web” che produce spettacoli (dal teatro ai concerti di musica elettroacustica) e installazioni multimediali originali e innovative. Il festival Portobeseno propone inoltre riflessioni sui diritti d’autore, la condivisione creativa e sulla percezione del territorio tra reale e virtuale, dalla scoperta di un sentiero nei boschi alla navigazione virtuale offerta da Internet.
Portobeseno è curato da Davide Ondertoller e Sara Maino.
www.portobeseno.it
info(@)portobeseno.it