collegare le cose che sappiamo

di | 20 Dicembre 2006

Dal Blog di Carlo Infante segnalo questo progetto di teatro fatto con laboratori per ragazzi. Sembra molto interessante anche per il diverso approccio alle storie, alla Storia.

Il titolo (e link alla scheda) dello spettacolo è

R & J LINKS

messo in scena a Torino pochi giorni fa .

“L’intelligenza non è sapere tante cose ma essere capaci di collegare le poche che sappiamo. Goethe l’ha intuito nel Settecento, ma oggi con Internet è chiaro quello che voleva dire, no? La cosa interessante della rete sono i links, i collegamenti. Essere collegati col mondo è avere a disposizione una grande quantità di links. Tu parti a cercare una cosa in rete, e magari arrivi da tutt’altra parte. Romeo e Giulietta è una delle storie più popolari dell’occidente. Non se l’è inventata Shakespeare. L’ha presa da un racconto popolare italiano. Poi lui ci ha messo del suo, cioè il contributo più grosso a renderla immortale. Poi sono nati infiniti spettacoli, ma anche film, dipinti, opere liriche… Di tutto. Oggi Romeo e Giulietta è uno scrigno che contiene tutto questo lavorarci di secoli. È un nucleo di materia pesante da cui partono infinite tangenti. LINKS è la messa in scena di quello che “Romeo e Giulietta” fanno venire in mente a dei ragazzi di oggi. A Torino esiste un ufficio comunale che coordina i laboratori teatrali delle scuole superiori. Si chiama ScuolaSuper. Ci siamo messi in contatto con loro e loro ci hanno organizzato un incontro con gli insegnanti che dirigono questi laboratori teatrali. Sono tanti, e sono degli eroi. Nel senso che lo fanno per passione. Non hanno mai soldi e ogni anno devono conquistarsi gli spazi per lavorare con le unghie e con i denti. Però si divertono. Simona Frattini, Glen Blackhall ed io abbiamo preparato una lezione-spettacolo su Romeo e Giulietta e siamo andati nelle scuole. Abbiamo incontrato centinaia di ragazzini di istituti tecnici e di licei. Alla fine della lezione- spettacolo li invitavamo a venire in teatro. Ne sono venuti centocinquanta. Con loro abbiamo lavorato per un anno. Non con tutti, naturalmente. Alcuni hanno partecipato al primo incontro e poi non si sono più visti, altri hanno continuato per un po’, ma noi non abbiamo fatto sconti. Il lavoro era duro sia fisicamente che psicologicamente. Fisicamente si è trattato di imparare a guardare e ascoltare: difficilissimo. Psicologicamente abbiamo cercato di capire quello che dicevo all’inizio. Persone che hanno tra quattordici e diciotto anni oggi, persone che sono nate con il computer in casa, che cervello hanno? Che sentimenti hanno? Insomma, io leggevo Romeo e Giulietta, isolavo parti e chiedevo che cosa veniva loro in mente quando Romeo confida al suo amico Benvolio che si è innamorato di una ragazza, quando vede per la prima volta Giulietta, quando uccide Tebaldo… Insomma ad ogni momento della tragedia di Shakespeare abbiamo associato testi, musiche, azioni che sono i testi, le musiche e le azioni di oggi, le nostre.”

Alcuni commenti di chi ha visto o addirittura partecipato allo spettacolo.